Emergenze, smaltimento delle carcasse per interramento in Regione Campania
di Giovanna Fierro e Guido Rosato.
Contesto ambientale
La Campania conta 5.772.625 abitanti, ed è la regione più popolosa dell’Italia meridionale e la prima a livello nazionale per densità di popolazione. Ha una superficie di 13670,95 km².
La Campania è prevalentemente collinare (50,8%), il 34,6% di essa è montuosa e il 14,6% pianeggiante.
Di tutta la regione, solo un quinto è formato da pianure. Le principali sono localizzate essenzialmente nel casertano e lungo la costiera cilentana. Le pianure più importanti sono: a nord quella del fiume Garigliano e quella del fiume Volturno, la zona piana non è una superficie unitaria, ma è suddivisa in tante pianure divise da tanti rilievi dell’anti appennino.
È evidente come le caratteristiche orografiche della nostra regione condizionino fortemente eventuali possibilità di sotterramenti delle carcasse, in situazione di emergenza, sia epidemica che non epidemica.
L’argomento riguardante la possibilità di smaltimento delle carcasse tramite interramento è stato recentemente ed esaustivamente affrontato anche nella stesura delle procedure di smaltimento carcasse in caso di PSA, Decreto Dirigenziale n. 116 del 17 aprile 2020 “Peste suina africana – approvazione delle mappe di rischio e delle procedure per lo smaltimento delle carcasse”. Le procedure sono state elaborate in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) con il supporto tecnico/scientifico dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale e del Centro di Riferimento Regionale per l’Igiene Urbana (CRIUV), adattandole alle realtà della regione Campania.
La deroga allo smaltimento delle carcasse, con possibilità di sotterramento, è quella prevista dall’art. 19 del Reg (Ce) n 1069/09.
Stabilimenti operanti nel settore dei SOA
Già nella fase di pianificazione del Piano di Emergenze non epidemiche si censiscono anche tutte le attività i mezzi e gli impianti esistenti nelle Regioni, quali quelli che effettuano Trasporto e smaltimento dei SOA, gli impianti di trasformazione, incenerimento e coincenerimento, contenitori, individuazione di aree di raccolta delle carcasse, celle frigo per lo stoccaggio di carcasse animali da smaltire e per alimenti non più idonei al consumo umano da smaltire; generatori di energia elettrica per il funzionamento delle celle frigo; centri refrigerati di stoccaggio delle carcasse di animali morti; aree raccolta carcasse, inceneritori, discariche; sostanze antimicrobiche da aspergere sui SOA se non c’è possibilità di refrigerazione per interruzione energia elettrica.
La localizzazione e la capacità degli impianti di smaltimento devono essere considerate in fase di pianificazione e per emergenze maggiori si può ipotizzare l’autorizzazione temporanea di mezzi con requisiti richiesti di proprietà delle ASL, Comuni etc.
Per lo smaltimento delle carcasse degli animali morti, gli allevatori e/o i detentori devono attivarsi per far sì che le carcasse siano concentrate in punti facilmente accessibili ai mezzi e quanto più vicini agli allevamenti, evitando che creino difficoltà di circolazione dei mezzi di soccorso.
Le deroghe allo smaltimento sono disciplinate dall’ art. 19 del Reg Ce n. 1069/09, questo prevede la possibilità di sotterramento e di incenerimento, soprattutto per gli animali morti, in situazioni specifiche, quali le zone isolate, le zone alle quali l’accesso è praticamente impossibile o se c’è rischio per la salute e la sicurezza degli addetti alla raccolta, in caso di calamità naturali, per garantire rapido smaltimento degli animali e per evitare la diffusione dei rischi di contagio.
Lo smaltimento delle carcasse tramite interramento si configura, quindi, come una soluzione straordinaria rispetto all’invio alla trasformazione o all’incenerimento, a cui ricorrere solo nei casi suindicati, ove sia necessario il rapido smaltimento delle carcasse e vi sia difficoltà di trasporto, in siti di interramento all’interno dell’azienda o vicino a una discarica.
L’interramento è consentito con Ordinanza del Sindaco, previo parere della ASL in aree idonee per l’interramento opportunamente individuate. Il Comune disciplina le procedure di interramento e tiene un censimento, preferibilmente georeferenziato, dei siti di interramento e delle bestie ivi sepolte. La Polizia Municipale e la ASL vigilano per quanto di competenza e, in particolare, ai Servizi Veterinari compete l’accertamento della corretta identificazione del bestiame, e che non vi siano rischi di trasmissione di zoonosi.
In regione Campania allo stato attuale, non insiste nessun impianto di trasformazione di SOA di Cat. 2, e risulta attivo un solo impianto di trasformazione dei materiali di categoria 1 che, tra l’altro, a causa di un lungo periodo di inattività per problematiche sanitarie e giudiziarie, risulta ancora fermo. L’impianto di cui sopra, a pieno regime e una volta riattivato, ha una capacità giornaliera di 240 tonnellate.
In regione Campania sono presenti i seguenti operatori nel campo dei SOA:
- Impianti di Magazzinaggio (cod. STORP e COLL – con e senza manipolazione) n° 26. In media ogni impianto può ricevere 60 TN giornaliere.
- Impianti di incenerimento n° 14 dei quali 13 a bassa capacità (50 KG max) e n. 1 ad alta capacità (max 350 kg/ciclo/2 ore, cioè in totale kg 4200/giorno).
- Impianti di trasformazione: n° 1 impianto di categoria 1 con capacità di circa 10 ton/ora (240 ton/giorno) – n° 4 impianti di categoria 3.
- Veicoli registrati per il trasporto SOA in totale n. 1037, dei quali n. 187 di categoria 1 e n. 850 di categoria 3.
La capacità degli impianti come sopra riportato potrebbe essere insufficiente a fronte di una elevata mortalità in periodi di tempo molto limitati, pertanto, in condizioni di emergenza, si dovrà ricorrere, di volta in volta a soluzioni alternative:
- Reclutamento anche di automezzi/contenitori/impianti di categoria 3, dietro rigorose misure sanitarie dettate “in deroga” e con declassamento temporaneo a categoria 1;
- Invio delle spoglie fuori regione;
- Reclutamento su disposizione di Autorità di PS di impianti di incenerimento autorizzati secondo norme ambientali;
- Smaltimento per infossamento in loco.
Questa ultima possibilità sarebbe sicuramente da perseguire, laddove ci si trovi a dover gestire centinaia e centinaia di animali morti o soppressi, domestici o selvatici, essendo difficilmente attuabile il trasporto delle spoglie verso altri siti della regione o addirittura fuori regione.
Smaltimento per infossamento in loco.
La possibilità di ricorrere all’infossamento in loco è sancita dalle deroghe previste dall’art. 19 del Regolamento (CE) n. 1069/2009 nel caso in cui il trasporto nel più vicino impianto di incenerimento o di trasformazione sia impossibile per problemi logistici o per insufficiente capacità degli impianti di trattamento art. 19, comma 1, lettera c:
“attraverso incenerimento o sotterramento in loco o attraverso altri mezzi, sotto controlli ufficiali al fine di prevenire la trasmissione di rischi per la salute pubblica e degli animali, dei materiali di categoria 1 di cui all’articolo 8, lettera b), punto ii), di materiali di categoria 2 e di categoria 3 in zone alle quali è praticamente impossibile accedere o alle quali è possibile accedere solo in condizioni, per motivi geografici o climatici o a causa di catastrofi naturali, che possono presentare rischi per la salute e la sicurezza del personale addetto alla raccolta o alle quali è possibile accedere solo impiegando mezzi di raccolta sproporzionati”.
L’area per l’infossamento deve essere situata in una zona chiusa geologicamente idonea, possibilmente lontana dalla visione pubblica. Sebbene la Regione Campania abbia fornito indicazioni preliminari sull’identificazione delle aree potenzialmente idonee per un interramento di animali, sarebbe auspicabile che le operazioni avvengano previa verifica di un tecnico competente (geologo) e sotto controllo ufficiale da parte dei competenti servizi veterinari, al fine di assicurare l’idoneità dell’area, che sarà condizionata anche dalla presenza di cavi sotterranei, condutture di acqua e gas, tralicci elettrici, ed altre infrastrutture, la cui valutazione potrà essere esclusivamente locale.
La fossa deve essere profonda almeno 2,5-3 m. Per quanto riguarda l’area del fondo, sono necessari 0,5-0,7 m2 per quintale di animali abbattuti. Quando le condizioni del terreno lo consentono e quando sono disponibili attrezzature adeguate, possono essere scavate fosse o trincee più profonde e più ampie, da 3,5 metri a 6 metri, secondo le condizioni del terreno, del tipo di scavo e dell’attrezzatura disponibile. Per ogni metro in più di profondità, il numero di animali per ogni 4 m2 di superficie può essere raddoppiato.
Nel caso il terreno ove si intenda infossare sia naturalmente impermeabile e non si proceda al recupero di percolati le operazioni da eseguire sono le seguenti:
- escavazione di una fossa profonda almeno 2 m, la cui superficie deve essere di 0.5-0.7 m2 per quintale di animale abbattuto; le carcasse devono essere disposte in monostrato;
- formazione di un cassonetto perimetrale della larghezza e profondità di almeno 1 metro, utilizzando argilla di fondo scavo compressa, per evitare che le acque di saturazione dei terreni circostanti entrino nella fossa;
- copertura delle carcasse con 2 m di terreno.
Le pareti della fossa e del fondo devono essere cosparse di calce viva. Fra le carcasse degli animali si devono aggiungere disinfettanti, al fine di limitare nel tempo i possibili attacchi da gasteropodi, lombrichi e animali predatori.
Laddove, invece, si preveda un Infossamento in terreno “sufficientemente” impermeabile con raccolta di percolato le operazioni da eseguire sono le seguenti:
- escavazione di una fossa profonda 2 m, la cui superficie deve essere di 0.5-0.7 m2 per quintale di animali abbattuti;
- la base della fossa deve avere un’inclinazione con pendenza dell’1-2%;
- realizzazione del cassonetto ai lati e sul fondo della fossa sostituendo i terreni sabbiosi con le argille di fondo scavo, in modo tale da evitare che le acque di infiltrazione del terreno coltivato confluiscano nella fossa stessa;
- posa sul fondo del cassonetto argilloso di uno strato di 15 cm di terreno sabbioso, prima della deposizione delle carcasse, in modo da creare un drenaggio dei liquidi di putrefazione verso il pozzetto di raccolta dei percolati;
- realizzazione di un pozzetto in calcestruzzo, la cui base poggia almeno un metro più in basso del fondo della fossa. Dalla base, mediante anelli di calcestruzzo, il pozzetto arriva fino alla superficie della fossa. Il pozzetto deve essere realizzato con tubi di cemento forati nella parte inferiore che poggia in un «filtro inverso», costituito da ghiaia e sabbia, in grado di raccogliere i percolati che vi confluiscono;
- copertura delle carcasse con almeno 2 m di terreno in un unico strato;
- protezione dell’intera fossa con un telo impermeabile che viene fissato al di fuori del cassonetto di argilla, in modo da impedire l’ingresso nella fossa di acque piovane.
Questo sistema prevede il recupero periodico dei percolati. Anche in questo caso durante l’esecuzione dell’intervento, le pareti della fossa e il fondo sono cosparsi con calce, mentre sulle carcasse degli animali è asperso disinfettante per limitare l’attacco di gasteropodi, lombrichi e predatori.
Nel caso di Infossamento mediante impermeabilizzazione artificiale del terreno con raccolta di percolato sostanzialmente il sistema è lo stesso del precedente, ovvero deve essere riportato del terreno argilloso per conferire il necessario grado d’impermeabilizzazione al fondo e alle pareti della fossa. Per scavare questo tipo di fossa, che richiede tempi di esecuzione piuttosto lunghi, è necessario disporre di adeguati mezzi speciali, di personale qualificato e della collaborazione di ditte esterne. Questa metodica può essere utilizzata solo quando i capi da interrare sono pochi.
Infine laddove si intenda procedere all’Infossamento mediante impermeabilizzazione artificiale del terreno senza raccolta di percolati l’intervento si articola nelle seguenti fasi :
- sbancamento di una fossa di 2 metri e posa all’interno di un unico telo sintetico ad impermeabilità garantita; i lembi devono rimanere all’esterno della fossa;
- all’interno del telo viene posato uno strato di 50 cm di terreno;
- disposizione delle carcasse in unico strato e copertura con 1 m di terreno naturale;
- chiusura dei lembi del telo impermeabile al di sopra del terreno e copertura dei lembi con un ulteriore metro di terreno. In questo modo le carcasse risultano avere una copertura di 2 m.
Questa metodica serve a evitare che i liquidi di putrefazione possano fuoriuscire dall’involucro e che le acque d’infiltrazione vi possano entrare. Il telo deve essere impermeabile e resistente. L’area è recintata, sono vietati l’edificazione, il pascolo, la coltivazione e la raccolta di foraggi. Anche in questo caso, quando si scava la fossa, le pareti e il fondo devono essere cosparsi con abbondante calce.
Mappatura di aree potenzialmente idonee all’interramento.
Ai fini dell’individuazione delle aree che potrebbero essere adatte all’interramento, sono stati individuati i seguenti criteri:
- Pendenza del territorio – esclusi terreni con pendenza > 10%;
- Carta tessiturale dei suoli;
- Livello della falda – esclusi terreni con falda sottostante < 5m (laddove il dato sia disponibile);
Questi dati sono stati combinati tra loro ottenendo una rappresentazione del territorio regionale, in cui il tracciato record fornisce indicazioni relative a:
- Tessitura del suolo;
- Pendenza;
- Comune;
- Provincia;
- ASL;
- Area del singolo poligono.
Ulteriori livelli cartografici, utili alle amministrazioni comunali per l’individuazione di aree di interramento, sono:
- Centri abitati;
- Allevamenti;
- Eventi franosi;
- Carta tessiturale dei suoli;
- Cave dismesse.
L’intero impianto informativo è messo a disposizione dei comuni attraverso I.Ter Campania, l’hub cartografico regionale che raccoglie l’anagrafe on-line delle entità e degli eventi territoriali della regione, realizzata a sostegno delle attività istituzionali degli Enti Locali.
La fonte dati geografici utilizzati è rappresentata da quanto messo a disposizione dalla Regione Campania – Dati pubblicati dal Sistema Informativo Territoriale (SIT). Per la carta tessiturale dei suoli: Regione Campania, D.G. Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Carta dei Sistemi Terre e dei Sottosistemi Pedologici della Campania. https://sit2.regione.campania.it/content/carte-pedologiche. Per i dati sugli allevamenti suini: Banca Dati Nazionale, Sistema Informativo Veterinario (VetInfo).